Bonus 110%, allarme prezzi e preventivi da rifare. Questa sera la trasmissione su BgTv
Bonus 110%, l’impatto sulle imprese e l’allarme caro-prezzi
Gli aumenti sono compresi fra un minimo del 20% e rincari che arrivano a toccare anche il 50% con punte massime che toccano fino il +110%o come nel caso dell’acciaio.
Un nuovo pericolo, quanto meno un rischio con cui le imprese stanno comunque già facendo i conti, si sta abbattendo sul già complesso iter del bonus 110%. Si chiama «allarme caro prezzi» sulle materie prime utilizzate nei lavori e negli interventi di riqualificazione degli immobili sotto il regime della maxi detrazione. Un pericolo reale, già tangibile perché oggi sta già costringendo a rivedere i preventivi in chiave superbonus: così i preventivi per i costi dei lavori preparati due-tre mesi fa, oggi non sono più validi. E le imprese sono costrette a rivederli. Gli effetti sono devastanti sia sulla tenuta dei progetti già in corso, sia sui progetti in fase di rielaborazione.
E i rischi sono reali, in alcuni casi si sono già palesati: rescissione dei contratti perché oltre la soglia di tolleranza, lo sforamento del tetto di spesa, con costi non previsti a carico del committente, in genere privati e condomini, ma anche una drastica riduzione dei ricavi delle imprese.
Questa sera in trasmissione Tv di BonusCasa
Saranno questa nuova emergenza, il tema e l’analisi con due esperti, al centro della nuova trasmissione di BonusCasa, in onda questa sera alle ore 22 su Bergamo Tv e in diretta streaming sulla pagina Facebook de L’Eco di Bergamo: in studio un tecnico-progettista che spiegherà in che modo questo caro-prezzi sta influendo e modificando i preventivi. E un rappresentante del mondo delle imprese delle costruzioni, per capire con lui come le imprese stanno reagendo e quali misure stanno mettendo in campo per affrontare la nuova situazione. Quali poi le conseguenze sui privati e sui condomini, i committenti dei lavori.
Tutti i cantieri a rischio della maxi detrazione
Intanto, l’allarme è già scattato. E soprattutto sta coinvolgendo direttamente le famiglie e i privati che hanno deciso di sfruttare la maxi-detrazione fiscale, nel senso che l’aumento dei prezzi rischia di dover rescindere i contratti perché oltre la soglia economica prevista da affrontare; gli aumenti poi portano il cliente a sforare il tetto di spesa detraibile in regime 110%, con evidenti nuovi costi non programmati a carico non previsti. Infine le imprese, già in sofferenza finanziaria per la pandemia, ora rischiano di vedere compromessi cantieri programmati, il blocco di ordini e forniture rischia di fermare i cantieri e che, già in idfficolt, potrebbero poi non riuscire a stare nei tempi e nelle scadenze imposte dalla normativa del superbonus.
Superbonus 110% a rischio, ma è tutta la famiglia delle agevolazioni fiscali che sostengono l’edilizia a essere in pericolo proprio in conseguenza dell’aumento del costo dei materiali. Il dato è stato segnalato in tutta la filiera delle costruzioni. Che denunciano: le maggiori entrate, già registrate o presunte, ottenute grazie ai bonus, rischiano di essere meno incisive. E i contorni precisi della fotografia emergono con molta chiarezza dal campione preso in esame dal Centro Studi di Cna, la confederazione nazionale delle imprese artigiane, il 79% delle imprese segnala di avere registrato significativi aumenti dei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature rispetto a quelli vigenti un anno fa, prima della pandemia. Questa quota risulta superiore alla media nei comparti dell’edilizia (84,6%) e dei serramenti, dove arriva l’incremento sfiora addirittura il 90%.
Il rapporto poi entra nei dettagli anche delle motivazioni di questo fenomeno di caro-prezzi. Circa il 72% delle imprese sostiene che l’aumento dei prezzi è determinato in tutto o in parte da comportamenti speculativi dei fornitori, per il 33% gli aumenti sono riconducibili esclusivamente alla speculazione, per un altro 39,5% dalla speculazione ma anche dalla ripresa della domanda, il 10% ritiene siano stati determinati principalmente dalla ripresa dell’attività e un 5,9% che invece parla di variazioni delle caratteristiche qualitative dei prodotti da utilizzare per godere degli incentivi.
Nell’edilizia, prezzi in salita vengono segnalati per tutti i materiali e materie prime da almeno il 70% delle imprese con picchi che superano i 90 punti percentuali nel caso dei materiali ferrosi e metallici (92%) e dei materiali termoisolanti (93,4%). Nell’installazione degli impianti il 70% delle imprese segnala un aumento dei prezzi per tutti i materiali, nel comparto dei serramenti supera il 90%. Nel comparto dell’edilizia poi gli aumenti più importanti riguardano i metalli (+20,8%), i materiali termoisolanti (+16%), i materiali per gli impianti (+14,6%), il legno (+14,3%), i laterizi (+11,3%), malte e collanti (+9,4%). Incrementi registrati anche nell’impiantistica, tra l’8% e il 9%: cavi elettrici +11,4%, pannelli fotovoltaici +10,7%, filtri +10,5%, caldaie +8,5%, pompe di calore +8,4%, climatizzatori +7,9%.
Situazione critica anche per il settore dei serramenti dove la voce di costo che ha registrato l’incremento maggiore sono i semilavorati in alluminio o altri metalli +12,1%, serrature +10,5%, semilavorati in pvc +9,7%.
Questa sera in trasmissione Tv di BonusCasa
Saranno questa nuova emergenza, il tema e l’analisi con due esperti, al centro della nuova trasmissione di BonusCasa, in onda questa sera alle ore 22 su Bergamo Tv e in diretta streaming sulla pagina Facebook de L’Eco di Bergamo: in studio un tecnico-progettista che spiegherà in che modo questo caro-prezzi sta influendo e modificando i preventivi. E un rappresentante del mondo delle imprese delle costruzioni, per capire con lui come le imprese stanno reagendo e quali misure stanno mettendo in campo per affrontare la nuova situazione. Quali poi le conseguenze sui privati e sui condomini, i committenti dei lavori.
E tutto questo sta avvenendo proprio quando le stesse imprese stanno dichiarando che per più della metà di loro hanno realizzato o stanno per realizzare interventi che godono delle agevolazioni fiscali messe in campo dal Governo: 55,4% nell’edilizia, 56,3% nell’impiantistica e il 65,9% delle aziende che si occupano di serramenti.
Gli interventi realizzati o in corso d’opera riguardano soprattutto interventi contemplati tra quelli agevolabili: cappotti termici 62,2%, rifacimento delle facciate 55,6%, adeguamento antisismico 35%, ristrutturazione interni 60%. Gli incentivi hanno attivato in maniera considerevole il rinnovo degli impianti unifamiliari, richiesti a ben il 68,1% delle imprese intervistate, mentre risulta ancora contenuta la domanda per interventi più innovativi come l’installazione di impianti fotovoltaici 26,9% e di sistemi di accumulo 23,5%.
Secondo il Centro Studi della Cna, grazie alle agevolazioni fiscali, la filiera si è rafforzata e riorganizzata: il 33,7% ha ampliato l’offerta delle lavorazioni, il 27,8% ha assunto personale, il 23,3% ha instaurato collaborazioni con nuovi fornitori.