Bonus 110%, come le imprese fanno lo sconto in fattura
Le imprese fanno i lavori a costo zero
Come trasformare in liquidità i crediti di imposta acquisiti tramite lo sconto in fattura? Dopo le prime proposte fatte dalle banche sulla cessione del credito, ora questa la domanda che si stanno facendo molte imprese edili che in queste ore ricevono tantissime richieste di chiarimenti e indicazioni circa i bonus e la loro applicabilità.
Aprire i cantieri e pagare i fornitori è una necessità concreta per chi realizza i lavori previsti dai vari bonus e tra le valutazioni che un’impresa deve fare prima di un intervento sull’abitazione, sia essa privata o condominiale, c’è proprio la disponibilità finanziaria in suo possesso.
Anche le imprese, come i cittadini, possono procedere alla cessione del credito d’imposta alle banche e per non rifiutare “i lavori a costo zero”, anche alcune società di consulenza si stanno attrezzando per acquisire crediti d’imposta ai professionisti, garantendo liquidità attraverso i fondi di investimento privati che gestiscono.
In particolare gli operatori dell’edilizia che possono cedere a loro volta il credito d’imposta, sono: imprese edili, società immobiliari, società impiantistiche, general contractor, aziende produttrici e studi professionali. I crediti fiscali generati dagli incentivi che si possono cedere sono quelli del superbonus, ma anche del bonus ristrutturazioni, l’ecobonus e il sismabonus e il bonus facciate.
Per quanto riguarda le banche, le offerte attualmente presenti sul mercato sono quelle di Intesa San Paolo e Unicredit, a cui si è aggiunta, nelle ultime ore, quella di Carige.
Il confronto con le banche
Intesa San Paolo propone alle imprese di corrispondere 100 euro per ogni 110 euro di credito d’imposta a cinque anni, ovvero il 90.91% del valore nominale del credito. Mentre per i crediti d’imposta con compensazione in a dieci anni, l’acquisto avverrà a 80 euro per ogni 100 di credito d’imposta, l’80% del valore nominale. Il pagamento del corrispettivo della cessione avverrà entro cinque giorni lavorativi successivi alla data in cui il credito risulterà nel cassetto fiscale della banca, senza alcun ulteriore onere. Inoltre l’istituto bancario sta lavorando alla sottoscrizione di accordi di collaborazione con operatori industriali nazionali ed esteri per supportare finanziariamente l’offerta commerciale di questi operatori.
Unicredit propone ai professionisti un trattamento simile. Il prezzo di acquisto di crediti fiscali per le imprese è di 100 euro per ogni 110 euro di credito fiscale acquistato e di 78 euro per i crediti fiscali non riferiti al superbonus 110%. Inoltre la banca potrà finanziare i lavori connessi alle agevolazioni fiscali in oggetto alle imprese, che ne fanno richiesta. anche indipendentemente dall’impegno alla futura cessione dei crediti fiscali, attraverso anticipo contratti e fatture a scadenza, per accompagnare l’impresa fino alla conclusione dei lavori. In caso di cessione, invece, la percentuale anticipabile sui contratti e le fatture, per le imprese, può arrivare al 60% del valore del credito fiscale.
Carige, acquista il credito a 101 euro per ogni 110 euro, raggiungendo il 91,82% del suo valore nominale, per spese detraibili in cinque anni. Per le spese detraibili in dieci anni, invece, verrà corrisposto un ammontare pari al 81,12% del valore nominale della detrazione. I crediti fiscali ceduti matureranno e verranno liquidati ad avanzamento lavori (il primo con stato di avanzamento pari a minimo il 30% del capitolato, il secondo con minimo un ulteriore 30%, il restante al fine lavori).
Per disporre della liquidità necessaria per avviare i cantieri, la banca offre due modalità di finanziamento:un anticipo contratti con scadenza 18 mesi e comunque coerente con i tempi di realizzazione degli interventi, con rientro attraverso la liquidità derivante dalla cessione del credito d’imposta in relazione allo stato di avanzamento lavori; oppure un finanziamento chirografario della durata fino a 120 mesi.