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Sono proprietario di una abitazione in villetta bifamiliare; l'altra abitazione appartiene a mio figlio. L'abitazione ha superficie lorda di 80mq con riscaldamento a pavimento e caldaia a condensazione. Il piano seminterrato anch'esso di 80 mq lordo considerato catastalmente locale di sgombero, esiste la lavanderia e il locale caldaia e ha un'altezza interna di 2,4 metri. Il locale seminterrato ha l'impianto di riscaldamento con i caloriferi in ghisa ed impianto di climatizzazione (caldo/freddo) con 2 split. Ho intenzione di installare: 1) cappotto su tutte le pareti esterne 2) isolamento sottotetto 3) impianto fotovoltaico con batteria di accumulo. Mi è stato riferito da un tecnico che non posso fruire del 110% perché nel seminterrato esiste l'impianto di riscaldamento: è vero? Se fosse vero basterebbe scollegare le tubazioni che collegano il collettore del seminterrato? E inoltre non posare il cappotto sulle pareti esterne del seminterrato? Per l'abitazione del figlio l'abitazione è di 120mq lordi. Anche lui ha un impianto simile al mio con la differenza che non ha impianto di climatizzazione e la caldaia è a basamento con aspirazione naturale (circa 22 anni). Anche lui è intenzionato a mettere : 1) cappotto su tutte le pareti esterne 2) isolamento sottotetto 3) impianto fotovoltaico con batteria di accumulo.

L’accesso ai benefici fiscali (e ai contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici) è subordinato allo stato legittimo dell’immobile (TUE DPR 380/01 - art. 49). In Regione Lombardia è fatto divieto di provvedere alla climatizzazione estiva ed invernale di cantine, ripostigli, scale primarie e secondarie, box, garage e depositi (Legge Regionale 11 dicembre 2006 n. 24). La stessa normativa nazionale (DPR 412/93) parzialmente lo vietava. Con l’introduzione del DGR 3965/15 inoltre è stata definita l’azione sanzionatoria che prevede anche la rimozione e/o disattivazione permanente obbligatoria dei corpi scaldanti. In ragione di quanto sopra, per l’accesso ai sistemi incentivanti, è necessario ripristinare lo stato legittimo dell’immobile sia in termini di impianti che di destinazione d’uso dei locali. La legittimità sarà certificata da un tecnico abilitato mediante accesso agli atti e confronto con lo stato di fatto dell’immobile. Eventuali difformità, ove possibile, dovranno essere sanate e concluse prima dell’accesso agli incentivi.