Oltre il 110%, tutti gli altri bonus per i lavori in casa
Gli interventi trainanti sono alla base del maxi-bonus 110%: tre tipologie di lavori con un unico obiettivo, la riqualificazione energetica degli edifici e delle proprie abitazioni. Ma non sempre questi interventi portanti si possono fare. Questo significa che perdo tutto? Niente affatto: la famiglia dei bonus fiscali è ampia. E se non è possibile usufruire dell’agevolazione maggiore, restano altri sconti, altrettanto favorevoli per una famiglia, per poter sfruttare di una detrazione fiscale sull’investimento sostenuto.
Il primo sconto è relativo agli interventi edilizi ordinari. Anche per tutto il 2020, infatti, i contribuenti che realizzeranno lavori edili potranno usufruire del bonus ristrutturazione, cioè della detrazione fiscale al 50% su un importo massimo ammesso al beneficio di 96.000 euro. Ma questa non è l’unica agevolazione riconosciuta: c’è anche la possibilità di pagare l’Iva in misura ridotta e di portare in detrazione gli interessi passivi pagati sui mutui stipulati per ristrutturare l’abitazione principale. E ancora, sono previste detrazioni anche per l’acquisto di immobili a uso abitativo facenti parte di edifici interamente ristrutturati.
Ma prima di scoprire tutte queste ulteriori casistiche, entriamo nel dettaglio del bonus ristrutturazione edilizia e nelle relative detrazioni fiscali, secondo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Recupero del patrimonio edilizio
Il bonus ristrutturazione è l’agevolazione fiscale per sostenere i contribuenti che hanno sostenuto spese per lavori edili, effettuati sulle singole unità abitative e le sue pertinenze (anche se accatastate separatamente) entro il 31 dicembre 2020.
In particolare, la legge di Bilancio ha confermato la percentuale di detrazione del 50% sull’Irpef, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare (in precedenza l’aliquota era al 36%).
L’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute nell’anno e va suddivisa fra tutti i contribuenti che ne hanno diritto, cioè che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi. Se gli interventi realizzati consistono nella prosecuzione di lavori iniziati in anni precedenti, per determinare il limite massimo delle spese detraibili si deve tenere conto di quelle sostenute nei medesimi anni: si avrà diritto all’agevolazione solo se la spesa per la quale si è già fruito della relativa detrazione non ha superato il limite complessivo previsto.
Se nell’ambito della ristrutturazione rientra l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe superiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all’arredo, è possibile accedere al relativo bonus. Per il bonus condizionatori e nella altre specifiche condizioni, è invece prevista invece la possibilità di accedere al superbonus al 110% come previsto dalla legge che ha convertito il decreto Rilancio.
Chi sono i beneficiari degli sconti
Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato.
L’agevolazione spetta ai proprietari degli immobili e ai titolari di diritti reali/personali di godimento e che ne sostengono le relative spese.
Quindi, rientrano nella lista dei beneficiari:
- Proprietari o nudi proprietari
- Titolari di un diritto reale di godimento come usufrutto, uso, abitazione o superficie
- Locatari o comodatari
- Soci di cooperative divise e indivise
- Imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce
- Soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali
Hanno diritto alla detrazione, inoltre, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, anche il:
- Familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado)
- Coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge
- Il componente dell’unione civile
- Il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016
Nel caso di due comproprietari di un immobile, se la fattura e il bonifico sono intestati a uno solo, ma le spese di ristrutturazione sono state sostenute da entrambi, la detrazione spetta anche al soggetto che non è stato indicato nei documenti. C’è una condizione, però: nella fattura deve essere annotata la percentuale di spesa affrontata anche dal secondo contribuente.
Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita, l’acquirente dell’immobile ha diritto all’agevolazione se:
- È stato immesso nel possesso dell’immobile
- Esegue gli interventi a proprio carico
- È stato registrato il compromesso entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi in cui si fa valere la detrazione.
- Può richiedere la detrazione anche chi esegue in proprio i lavori sull’immobile, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali utilizzati
L’elenco degli interventi che rientrano nel bonus ristrutturazione edilizia può essere consultato nel testo della guida dell’Agenzia delle Entrate allegata a questo articolo
Acquisto di immobili ristrutturati e mutui
È possibile usufruire della detrazione fiscale anche per l’acquisto di una casa ristrutturata.
I requisiti sono tre:
- 1.L’acquisto deve avvenire entro 18 mesi dalla fine dei lavori
- 2.Le opere devono aver coinvolto l’intero edificio
- 3.I lavori devono essere stati svolti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare o da cooperative
In questo caso la detrazione del 50% sarà calcolata su un importo forfettario, non sulla spesa dei lavori. L’importo sarà, cioè, il 25% del prezzo di acquisto dell’immobile.
Tra le altre agevolazioni nell’ambito del bonus ristrutturazione edilizia, anche la detrazione del mutuo acceso per sostenere i lavori o la costruzione dell’abitazione principale. In questo caso è possibile detrarre il 19% degli interessi pagati, su un importo massimo di 2.582,25 euro.
Infine, in alcuni specifici casi, sempre nell’ambito di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, sulla prestazione di servizi e sui beni, e sui lavori di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione, è possibile ottenere il pagamento dell’Iva agevolata, cioè l’aliquota ribassata al 10%.
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